Collegamento equipotenziale nei locali ad uso estetico

  • Giovedì, 20 Ottobre 2016 08:44

I locali ad uso estetico sono quei locali all'interno dei quali un estetista svolge la propria attività utilizzando apparecchi elettrici ad uso estetico.

estetico 01L'articolo 2.2.15 della Norma CEI 62-39 defi nisce un apparecchio per uso estetico come "un apparecchio elettrico, munito di non più di una connessione ad una particolare rete di alimentazione, destinato al trattamento estetico utilizzato dall'operatore estetico, e che entra in contatto fisico o elettrico con il soggetto trattato e/o trasferisce energia verso o dal soggetto trattato". Il DM n°110 del 12 Maggio 2011 elenca tutti gli apparecchi ad uso estetico. Se all'interno del locale ad uso estetico vengono utilizzati apparecchi elettrici, compresi nell'elenco della Legge 1/1990, con parti applicate, il locale estetico è di gruppo 1; se invece gli apparecchi non hanno parti applicate il locale è di gruppo 0.

I locali ad uso estetico rientrano nella categoria dei locali ad uso medico.

Nei locali estetici di gruppo 1 occorre determinare la zona paziente. La Norma CEI 64-8 art. 710.2.8 definisce la zona paziente come "un qualsiasi volume in cui un paziente con parti applicate può venire in contatto intenzionale, o non intenzionale, con altri apparecchi elettromedicali o con masse estranee o con altre persone in contatto con altri elementi".

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Nei locali di gruppo 1 si stabilisce la tensione di contatto limite convenzionale UL=25 V. Nei sistemi TT deve essere rispettata la relazione: Re x Idn < UL , dove:

  • Re è la resistenza di terra del dispersore espressa in ohm;
  • Idn è la corrente d'intervento più alta degli interruttori differenziali installati nell'impianto espressa in ampere.

L'art. 710.413.1.3 della Norma CEI 64-8 impone, nei locali di gruppo 1, l'utilizzo di interruttori differenziali con corrente differenziale nominale 30 mA per la protezione dei circuiti terminali che alimentino prese a spina, aventi corrente nominale uguale o inferiore a 32 A. Nei locali di gruppo 1 inoltre devono essere scelti interruttori differenziali di tipo A o di tipo B a seconda del tipo della possibile corrente di guasto.

Collegamento equipotenziale supplementare

Nei locali di gruppo 1 è necessario collegare a un nodo equipotenziale locale le masse e le masse estranee:

  • i poli di terra delle prese che si trovano all'interno del locale
  • le masse e le masse estranee che si trovano all'interno della zona paziente
  • i ferri di armatura del cemento armato del locale durante i lavori edili (negli impianti esistenti tale collegamento è di diffi cile realizzazione e pertanto può essere evitato).

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Le masse estranee sono elementi metallici, non facenti parte dell'impianto elettrico, in grado di introdurre il potenziale di terra (tubazione idrica, tubi dei termosifoni, del gas, condotte dell'aria, ferri del cemento armato, ecc..) o altro potenziale (finestra metallica comune ad altri ambienti che si estende al di fuori del locale).

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La sezione dei conduttori che collegano le masse al nodo equipotenziale va stabilita secondo le regole generali indicate nella Norma CEI 64-8 mentre la sezione dei conduttori equipotenziali che collegano le masse estranee deve essere non inferiore a 6 mmq.

La sezione del conduttore

Il nodo equipotenziale deve essere accessibile e ispezionabile facilmente. I conduttori devono essere identificabili tramite una targhetta o dei collarini, per indicare la provenienza del conduttore (ad esempio: "collegamento polo di terra presa 1").

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Il nodo equipotenziale deve essere installato nelle vicinanze o all'interno dello studio e deve essere collegato a terra con un conduttore avente sezione uguale o maggiore a quella del conduttore connesso al nodo che possiede la sezione più grande.

I conduttori di protezione e i conduttori equipotenziali collegati al nodo devono essere singolarmente scollegabili: in altre parole, due conduttori non possono essere collegati insieme alla barra equipotenziale.

Nei locali di gruppo 1 è consentito realizzare un solo sub-nodo tra una massa o massa estranea e il nodo equipotenziale. Non è ammesso il collegamento entra-esci (cavallotto) tra più di due prese.

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